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392 | sull'oceano |
navigazione non fossero siate per tutti uno dei periodi meno tristi della vita. Tanto che, per non vedere, m’andai a sedere nel camerino del Commissario, e vi rimasi un pezzo a rileggere un vecchio numero del Caffaro, maledicendo, tra una colonna e l’altra, ai libri, ai racconti di viaggio, alle stampe e alle conferenze che ci rendono familiari i paesi più lontani, e ci mandano a vederli con la mente già piena e sazia della loro immagine, incapaci d’ogni forte impressione. Dio mio, è così: mi dovrei vergognare di confessarlo: a poche miglia dal continente americano, io mi scervellavo sopra una sciarada del giornale genovese, della quale mi scappava il secondo:
Il secondo è sempre in moto; |
e correvo col pensiero tutti i regni della natura per rintracciar quel segreto, mentre il marinaio gobbo, indifferentissimo egli pure all’America, lustrava la maniglia d’ottone dell’uscio, canterellando una canzonetta ligure
Gh'ëa na votta na bælla figgia |
con una voce strascicata e nasale, che mi addormentava.