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Domani! 363

gistri e di tabelle, pensando a quanti racconti di miserie e bugie romanzesche di ragazze e ire di litiganti e pianti di donne aveva già intesi. E più che altro mi attiravano i sacchi della posta, accumulati in un canto, legati e suggellati. Poiché v’eran là dentro i frammenti del dialogo di due mondi: ehi sa quante lettere di donne che per la terza o quarta volta chiedevano dolorosamente notizie del figliuolo, o del marito, che non si facevan vivi da anni; e supplicazioni perchè tornassero o le chiamassero a raggiungerli; domande di soccorso, annunzi di malattie, e di morti; e ritratti di ragazzi che i padri non avrebbero più riconosciuti, e richiami desolati di fidanzate e menzogne impudenti di mogli infedeli e ultimi consigli di vecchi: tutto questo mescolato a letteroni irti di cifre di banchieri, a epistole amorose di ballerine e di coriste, a prospetti di negozianti di vérmut, a fasci di giornali aspettati dalla colonia italiana, avida di notizie della patria; forse anche l'ultima poesia del Carducci e il nuovo romanzo del Verga: una confusione di fogli di tutti i colori, scritti in capanne, in palazzi, in officine, in soffitte, ridendo, piangendo, fremendo. E tutti quei sacchi si sarebbero sparpagliati fra pochi giorni dalle foci del Plata ai confini del Brasile