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gio gratuito. Quell’atto di farsi o non farsi iscrivere era chiamato dagli emigranti “dichiarar di voler essere o no con l’emigrazione.„ Certo, i vantaggi erano grandi; ma eran grandi anche le diffidenze, poichè quella generosità del Governo (era un Governo!) dava a sospettare che vi si celasse qualche tranello, e che l’accettarla, fra l’altre cose, fosse un vincolare fin d’allora la propria libertà riguardo alla scelta dei luoghi e alle condizioni dei contratti. Ciò non ostante, i più accettavano, e v’era una processione continua all’uffizio del Commissario, che pareva ridotto un’agenzia. Entravano e, dando il nome, stroppiavano in cento modi quell’unica parola difficile che avevan da dire: — Mi noti con l’amigrazione. — Accetto l’anmigrazione. — Vado con l’inimigrazione. — O pure, senz’altro: — Tal dei tali, migrazione. — Molti, peraltro, ci andavano senz’aver anche preso una risoluzione, come si va a chiedere un parere a un uomo di legge, e dopo essersi fatti dare molti ragguagli, rifiutavano. Le più perplesse erano le donne, le quali, quasi tutte, si fermavano a riflettere ancora una volta sull’uscio, grattandosi la fronte, come se si fosse trattato del destino di tutta la loro vita; e alcune, dato il nome ed uscite, ritornavano in