tutti, o i titoli di tutti i romanzi che leggicchiavano da due settimane, e la nota musicale dello sbadiglio di ciascheduno: mi pareva di assistere per la centesima volta a una stupida rappresentazione d’un teatro meccanico. Non era più tedio, ma una vera malinconia, che stringeva il cuore. Non si vedevan che facce allungate, fronti appoggiate sulle mani, occhi velati e immobili. La pianista sonava sul pianoforte non so che musica di funerale: il brasiliano venne a pregarla rispettosamente di smettere, perchè sua moglie, coricata in cuccetta, soffriva un mal di nervi terribile: la ragazza chiuse il pianoforte con un colpo secco, e se n’andò. L’agente mi disse che la signora grassa singhiozzava nel suo camerino. Perché? Non lo sapeva. Effetti del Capricorno. Anche una signorina della famiglia in lutto, su nella seconda classe, piangeva. Una discussione acre nacque improvvisamente in un angolo tra un argentino e il marsigliese, dicendo il primo, con ragione, che dall’osservatorio di Marsiglia non si potevan vedere del Centauro altro che due stelle, quelle che segnan la testa e la spalla; mentre l’altro sosteneva che si vedevan tutte. — Toutes les sept, monsieur, toutes les sept! — Ma è assurdo! — Mais, monsieur, vous avez une façon.... La