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La giornata del diavolo 319

cante di prima. Per un momento, nondimeno, ci distrasse un’avventura comica seguita all’avvocato. Vincendo la sua ripugnanza istintiva per l’acqua salsa, era andato a fare un bagno; ed entrato nella tinozza, s’era lasciato salir l’acqua fino al petto; ma quando poi allungò la mano per chiudere la chiavetta, sia che questa non giocasse bene, o che per turbamento egli non la girasse per il suo verso e la guastasse, il fatto è che non riuscì ad altro che a sprigionare un getto più forte, una vera colonna d’acqua impetuosa, la quale in pochi minuti colmò il recipiente, allagò il camerino, gl’infradiciò i panni e lo fece scappar fuori mezzo svestito, con la barba sgocciolante e una pauraccia di naufragato. Noi lo vedemmo passare di gran corsa sulla piazzetta, gridando ai camerieri che corressero a chiudere, chè il bastimento calava a fondo. Ma questo non fu che un lampo che fece appena sorridere cinque o sei passeggieri. Il caldo essendo cresciuto, e il lezzo che veniva dai dormitori di terza diventato pestifero, la maggior parte trasportarono il corpo di calza sfatta dal cassero al salone, e si abbandonavano qua e là pei divani e intorno ai tavolini. Oh l’insopportabile gente! Conoscevo già gli atteggiamenti e i più piccoli gesti abituali di