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222 | sull'oceano |
perdio, a far raffreddare un cuscinetto! — esclamava più d’uno che non sapeva neppure che cosa fosse. — È una vergogna! Ma che cosa stillano là sotto? Chi ha mai visto dei buoni a nulla.... Ah! finalmente! La macchina dà segno di vita, l’elice si scuote, il mare gorgoglia: sia ringraziato il cielo! Si va.
Eppure ciò che mi fece più senso in quell’avvenimento nuovo per me fu lo sguardo che si scambiarono due persone: tanto è vero che lo spettacolo più attraente per l’uomo è sempre quello dell’anima umana. Proprio nel momento che, non conoscendosi ancora la causa della fermata improvvisa, si poteva temere un pericolo grave, e tutti lo temettero, trovandomi io sulla piazzetta, vidi il mio vicino di dormitorio voltarsi a guardar sua moglie, che stava su, appoggiata al parapetto del cassero, e questa, come se avesse preveduto quell’atto, fissar lui. Fu uno di quegli sguardi che rivelano l’anima come un raggio esaminato allo spettroscopio dimostra la natura chimica della fiamma che lo vibra. Non era nè d’ansietà nè di paura, e neppure di curiosità dubitosa; ma uno sguardo freddo e tranquillo, il quale esprimeva la profonda certezza che avevan tutti e due dell’indifferenza asso-