inghiotte a pillole d’oro, senza che nessuno si scandalizzi. E poi.... che succedeva poi? Interrogato su questo punto, il Commissario s’arricciava il baffo destro, tentennando il capo. Senza dubbio, il regolamento parlava chiaro, il comandante non transigeva, e il piccolo gobbo era incorruttibile; ma la prua era vasta, rischiarata poco, piena d’angoli bui e di ripari opportuni; e tra gli emigranti, più dell’invidia e della gelosia che li avrebbero spinti a disturbare, poteva il sentimento della solidarietà, fondato sull’hodie mihi cras tibi, che gl’induceva a proteggere. Oltre di che, durante la notte, il gobbo non era sempre lì sulla scala del dormitorio a fare la guardia, e spesso s’addormentava; e allora era una baldoria di contrabbandi, una tarantella di peccati mortali, che, se la vedevan le stelle della Croce, spettatrici degli amori all’aria aperta degl’indiani, dovevan proprio dire che tutti gli uomini son fratelli. Nelle notti senza luna e senza stelle, in special modo, e quando il caldo era forte, non sarebbe bastato un battaglione di gobbi. Giusto, il mio buon scrignuto passò mentre parlavamo di lui, con una boccetta d’olio in una mano, e seguendo forse un suo corso di pensieri, mi disse: — Scià sente: l’è pezo una bionda che sette brunne. — (È peggio una bionda