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254 | sull'oceano |
l’avvocato, accalorandosi,— che ci mandano in pasto ai pesci-cani. Il codice marittimo è una canzonatura. Ci dovrebbe essere una legge applicata sul serio, che li mandasse a marcire in galera.
Il Secondo ribatteva, ed egli rincalzava con maggior calore, tanto che a poco a poco gli si aggrupparono intorno parecchi, per prendersi spasso di quella battisóffiola morbosa, che la notte calante aggravava.
Ma la conversazione fu troncata improvvisamente dal grido d’un passeggiero di terza, sul castello centrale: — Il mare in fuoco!
Tutti si voltarono verso il mare. Il piroscafo correva in fatti in un mare acceso, facendo schizzare lungo i suoi fianchi zampilli di topazi e di diamanti e lasciando dietro di sè una striscia di fosforo liquido, una strada coperta d’oro bollente, che pareva uscisse dalla sua poppa, come da una miniera in combustione. In alcuni punti era oro, in altri argento; lo spazio luminoso si stendeva a una grande distanza, digradando in una mite chiarezza bianca, che faceva pensare a quello che gli Olandesi chiamano mare di latte o di neve, veduto già da molti navigatori nel Pacifico, nel golfo di Ben-