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di dissolutezza aristocratica, mi diede una buona notizia. Il battesimo era fissato per le quattro. Tutto era già stabilito. Battesimo e registrazione civile sarebbero stati fatti nella camera nautica, posta accanto alla timoniera, sotto il palco di comando. Il prete napoletano avrebbe amministrato il così detto battesimo di necessità; al quale doveva aver la mano, poiché aveva viaggiato nei suoi primi anni per quelle campagne solitarie degli Stati lontani dell’Argentina, dove, non essendovi chiese, e conservando appena gli abitanti disseminati una grossolana tradizione della religione cattolica, accadeva che al passaggio d’un prete accorressero a chiedere il battesimo perfin dei giovinotti a cavallo. Egli s’era offerto cortesemente, senza domandar patacones, e già un cameriere gli aveva visto tirar fuori la mattina una stola e una cotta, che portavano non dubbi segni d’un lungo e avventuroso servizio. Al bimbo, secondo l’uso, si sarebbe messo il nome del piroscafo, Galileo; il quale aveva già una dozzina di figliuoli omonimi, sparsi pel mondo. Madrina (sàntola) sarebbe stata la signorina di Mestre. Per padrino s’era offerto il comandante; ma il deputato argentino l’aveva indotto a cedergli l'ufficio, per