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il dormitorio delle donne |
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polso. — Un po’ più in là, s’arrestava a fare un’ammonizione: — Ve lo dico per l’ultima volta, se non vi trovo domani con la camicia cambiata, ve la taglio! Non avete vergogna?— E la rimproverata rispondeva qualche volta il vero, pur troppo: — Non ne ho altra, signorino!— E avanti, di corsia in corsia; da una parte rimetteva sul cuscino il capo d’una bimba nuda che sporgeva troppo in fuori: dall’altra faceva tacere due comari bracone che si scanagliavano a bassa voce per una quistione nata la mattina alla ripartizione della galletta; e quattro passi più giù faceva coraggio a una povera donna sola che, presa dalla malinconia, piangeva sul capezzale, dicendo che aveva il presentimento di non trovar più suo marito in America. E a furia di passare e di ripassare conosceva il modo di dormire di tutti. La bolognese, che stava coricata di fianco, toccava quasi con l’anca enorme la cuccetta di sopra; la bella contadina di Capracotta si rivoltolava come uno scoiattolo; quelle due ciuffone di coriste dormivan con le gambe e le braccia buttate di qua e di là come le aste d’un X; e la signora “decaduta„ si teneva disteso addosso quel povero vestito di seta nera, come il drappo funebre della sua antica fortuna. La più bella e tranquilla era anche nel sonno la ragazza