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il dormitorio delle donne 189


stinchi senili e belle gambe di ragazze, e un cenciume di scialli, di vestiti e di sottane di tutti i colori naturali e acquisiti immaginabili e possibili, come bandiere dell’esercito infinito della miseria; e sul tavolato dei mucchi confusi di stivaletti, di zoccoli, di ciabatte, di legacci, di scarpettine, di calze, da metter sgomento a pensare ch’eran mucchi di quistioni e di battibecchi preparati per il domani, all’ora della levata. Molte non dormivano. Il Commissario s’avanzava in mezzo a un cicaleccio fitto di conversazioni, rotto da risa represse, da vagiti, da sospiri di ragazze, da gemiti di donne oppresse dal caldo, da mormorii di vecchie, che non potendo chiuder occhio, masticavano paternostri e avemmarie. Tratto tratto era chiamato da una mano o da una voce sommessa, e doveva chinarsi o levarsi in punta di piedi per ascoltare un lamento o una protesta. — Signor Commissario, le diceva una nell’orecchio, ci metta rimedio lei; c’è quella ragazza del numero 25 che è uno scandalo; ci ho qua sotto due ragazzetti; le dica di stare a dovere; o in che luogo siamo? — Un’altra voleva che avvertisse le due vicine di sopra di non mettere i piedi fuori e di parlar più pulito. Le vecchie, in particolar modo, lo tormentavano per la buona