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fissato in viso da alcuno. Se qualcuno lo fissava, si fermava subito, piantando gli occhi in faccia al temerario, come per domandargli se era stanco di vivere; ma tra per paura e per prudenza, tutti voltavan il capo dall’altra parte. Da questa pretesa in fuori, pago della sua gloria sanguinaria, non dava noia ad anima viva, ed ostentava per il vecchio toscano il disprezzo dell’uomo d’armi per l’uomo di toga. Con questi due faceva la triade sul castello di prua quella strana figura del saltimbanco, dai’ capelli lunghi e dalle braccia tatuate, del quale nessuno aveva mai sentito la voce, tanto che si diceva che fosse muto: ed era capace di stare cinque ore immobile all’estrema punta del piroscafo, con quegli occhi verdi per aria, come se fissasse una stella visibile a lui solo, assorto in immaginazioni sovrumane.

I belli umori, invece, si raccoglievan quasi tutti sul castello centrale, che offriva maggior spazio a far bullonate, ed era come una piazza di villaggio, un luogo di passo, comodo ai crocchi e al pettegolezzo. Qui, nell’angolo a sinistra, vicino al palco di comando, c’era conversazione e chiasso dal levar del sole fino a notte. Il buffone della brigata era un contadino del Monfer-