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164 | sull'oceano |
Ma fu come un lampo. Fece cenno di no col capo, — che non credeva, — e si levò di tasca un fazzoletto da collo di lana rossa, che mise in mano alla bimba, dicendo: — Ciapa, vissare, ti te lo mettarà de sto inverno... quando mi...
Ma che diamine seguiva per aria? In pochi minuti s’era oscurato il cielo; le nuvole scendevano fin quasi a toccar le cime degli alberi, pareva che fosse calata la sera tutt’ad un tratto. Dai due lati del piroscafo, ravvolto in una nebbia umida, non si vedeva più che un brevissimo spazio di mare grigio e gonfio, che cominciava a farci rullare fortemente, buttando spruzzi in coperta da tutte le parti. I più credettero a una burrasca. L’ufficiale di guardia gridò dal palco di comando: — Un piovasco! Dentro tutti! — Ma appena aveva detto l’ultima parola, che uno scroscio d’acqua violentissimo ci cadde addosso, un vero rovesciamento di catinelle, che inondò la coperta in un attimo; e allora fu una fuga pazza di tutti verso i passaggi coperti e sotto il castello di prua, uno strillar di donne, un saltar disperato a traverso ai rigagnoli, agli schizzi, alle ondate, e un ruzzolare precipitoso per le scalette dei dormitorii, da parer che andasse in sconquasso il bastimento. Ma le porte dei dor-