un’imminente voltata di schiena. Ma la gran novità era dietro al timone: il marito della signora svizzera in colloquio per la prima volta col deputato argentino, a cui pareva che spiegasse il meccanismo del solcometro; ed era comicissima la profonda attenzione che questi fingeva di prestargli, volgendo però lo sguardo di tratto in tratto, con un giro lento del capo, verso l’antica violatrice del suo domicilio, la quale passeggiava fra il toscano imbronciato e il tenore radiante, tutta vezzi e sorrisi, ma con l’occhio attento agli altri due: stupita, si capiva, e contenta di quel riavvicinamento inaspettato. Andando in su e in giù, essa passava davanti alla piccola pianista, seduta da un lato; e questa l’avvolgeva ogni volta con uno sguardo di sotto in su, lungo e profondo, in cui balenavano la curiosità e l’invidia sensuale, e ogni sorta d’appetiti compressi di piccola belva in catene; dopo di che il suo viso ripigliava la solita espressione di impassibilità monacale. Sua madre, intanto, che stava seduta fra lei e la signora della spazzola, andava facendo a brani con gli occhi e con la lingua un nuovo vestito lilla della sposa, un po’ infagottata, veramente; la quale le voltava le spalle, stretta al braccio dello sposo, e ferma in piedi con lui davanti alla “doma-