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l'oceano giallo 143


polsi, sotto la vòlta d’una prigione. In quel momento vi pare di esser per mare da un tempo immemorabile, come i passeggieri del bastimento fantastico di Edgardo Poe, e l’idea di aver da passare ancora due settimane su quelle quattro assi, in mezzo a quel gruppo di moribondi di noia, vi atterrisce. No, non è possibile che vi resistiate, vi piglierà prima d’arrivare qualche strana malattia cerebrale, non ancor conosciuta. Dio eterno! In che maniera liberarsi da quel supplizio! Scrivere! Ma il bastimento, come altri già disse, ferisce lo scrittore in una delle sue facoltà più delicate, che è il senso dell’armonia: il rumor dell’elica gli fa ripeter venti volte in una pagina la stessa parola. Leggere? Ma per obbligarvi a scrivere, appunto, avete cacciato tutti i libri nei bauli destinati alla stiva. Sul serio, voi pensate a pigliare un narcotico, o siete tentati di stordirvi col cognac, o di far l'esperimento, come il genovese, con lo stantuffo della macchina. Oh! poter trovare qualche cosa di nuovo! Cento lire per il Corriere mercantile di questa mattina! Una libbra di sangue per un’isola! Una rivolta a bordo, una tempesta, il mondo a soqquadro, pur di uscire per un giorno da quest’orribile stato!