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sul tropico del cancro |
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pensiero al disopra delle misere passioni degli altri, poiché il suo viso esprimeva una così ferma noncuranza di sé, della vita, della gente, un così alto e freddo disprezzo d’ogni bassezza, che nessuno se gli avvicinava, come se tutti avessero fiutato in lui un nemico d’istinto. Essa parlava; egli l’ascoltava, rispettoso, ma impassibile. E mi colpì, e mi rimase nella mente come l’impressione più viva di quella giornata, il modo come si separarono, la sera tardi: vedo ancora davanti a quella larva bianca, a quel viso di morta, su cui non balenava più altro che un raggio di speranza in un’altra vita, alzarsi e chinare il capo quel bel colosso sdegnoso, segnato dell’impronta del suicidio.