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rancori e amori 107


quali non si giunge che in lunghi giorni di cammino a traverso a fitte foreste. Stava sul sedile di fronte al loro, ricamando, con le spalle rivolte al mare, la signorina pianista: e osservai il garbo con cui maneggiava le piccole forbici, e l’arte fina con la quale guardava lungamente tutti, senza che alcuno potesse incontrare il suo sguardo, e senza che nei suoi occhi freddi scintillasse la più leggera espressione di curiosità. Sua madre, intanto, discorreva con l’agente di cambio che le stava davanti in piedi, e dal sorriso di questo, si capiva che essa doveva fare a pezzi con delicata ferocia qualcuno o parecchi della compagnia. Un vivo lampo d'invidia che le passò sugli occhi mi annunziò l’apparizione della signora argentina, non più veduta da due giorni; la quale veniva innanzi, vestita elegante e semplice, appoggiandosi al braccio di suo marito, con un passo e un sorriso di convalescente, che non nascondeva la compiacenza d’esser guardata da tutti. Era davvero un bell’esemplare della bellezza opulenta del sangue creolo: i capelli e gli occhi nerissimi, velati dai lunghi peli delle palpebre; la carnagione bruna e calda, d’una maravigliosa freschezza, e un’ondulazione graziosissima nell’andatura, che assottigliava e alleggeriva all’occhio la pie-