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58 saragozza.

gli amici quando gli facessero rimprovero d’essersi innamorato, come il poeta, d’una donna che si dà il belletto.


«Yo os quiero confesar, don Juan, primero
Que aquel blanco y carmin de doña Elvira
No tiene de ella mas, si bien se mira,
Que el haberle costado su dinero:
     Pero tambien que me confieses quiero
Que es tanta la beldad de su mentira,
Que en vano à competir con ella aspira
Belleza igual de rostro verdadero.
     Mas que mucho que yo perdido ande
Por un engaño tal, pues que sabemos
Que nos engaña asi naturaleza?
     Porque ese cielo azul que todos vemos
No es cielo, ni es azul: ¡làstima grande
Que no sea verdad tanta belleza!»


(Prima di tutto vi voglio confessare, o signor Giovanni, che quel bianco e carminio di donna Elvira non ha di suo che il denaro che le è costato; ma voglio che voi mi confessiate alla vostra volta esser siffatta la bellezza della sua finzione, che nessuna bellezza simile di volto vero potrebbe competere con essa. Ma che vale ch’io mi dia pensiero di tale inganno, se si sa che nello stesso modo c’inganna la natura? E infatti, quel cielo azzurro che tutti vediamo, non è nè cielo nè azzurro.... Peccato che non sia verità tanta bellezza!)


La mattina dopo mi volli procurare un piacere somigliante a quello che provava il Rousseau tenendo