sè per il caso che sua moglie non lo volesse riconoscere. “Che cosa le volete fare?” gli domandarono tutti ad una voce. “Je ne lui ferai pas de mal; j’ai déjà pris mon parti; il n’y aura pas de sang; mais ce sera un châtiment plus terrible encore.” — “Ma che cosa adunque?” domandarono gli uditori. “J’ai déjà pris mon parti,” ripetè il francese colla più grande serietà, e tirato fuori dalla tasca un paio di forbici enormi, soggiunse solennemente: “Je vais lui couper les cheveux et les sourcils!” Tutti diedero in uno scoppio di risa. “Messieurs!” gridò l’offeso marito; “je le dis et je tiendrai ma parole; si j’ai le bonheur de vous retrouver ici, je me ferai un devoir de vous présenter sa perruque.” Qui seguì un diavolío di risa, di voci, d’applausi, senza che il Francese spianasse neanco un momento il suo tragico cipiglio. “Ma se le trovaste uno Spagnuolo in casa?” gli domandò uno. “Je le ferais sauter par la fenêtre!” rispose. “Ma se fossero molti?” — “Tout le monde par la fenêtre!” — “Ma farete uno scandalo, accorreranno i vicini, i carabinieri, il popolo!” — “Et moi...” gridò il terribile uomo, battendosi una mano nel petto, “je ferai sauter par la fenêtre les voisins, les gendarmes, le peuple, et la ville entière, s’il le faut.” E tirò via a sbravazzare su questo tono, gesticolando con la lettera da una mano, e le forbici dall’altra, in mezzo alle risa sgangherate dei viaggiatori. Vivir para ver, vivere per vedere, dice il proverbio spagnuolo; e dovrebbe dir meglio viajar, viaggiare, chè certi originali par che s’incontrino solamente negli