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IX.


Il viaggio da Cordova a Siviglia non desta la meraviglia come quello da Toledo a Cordova; ma è pur bello ancora; sono sempre quei boschi di aranci, quegli oliveti sconfinati, quei colli vestiti di pampini, quei prati coperti di fiori. A poche miglia da Cordova si vedon le torri diroccate del formidabile castello di Almodovar, posto sur una roccia altissima, che domina un immenso spazio all'intorno; a Hornachuelos, un altro vecchio castello sulla sommità d'una collina, in mezzo un paesaggio solitario e melanconico; più oltre la bianca città di Palma, nascosta in un foltissimo bosco d'aranci, cinto alla sua volta da una corona di orti e di giardini; e via via si trascorre in mezzo a campi biondeggianti di grano, fiancheggiati da lunghissime siepi di fichi d'India, da filari di piccole palme, da boschetti di pini, da folte piantagioni di alberi fruttiferi; e ad ogni tratto si vedon colli e castelli e torrenti e svelti campanili di villaggi celati tra gli alberi, e cime azzurre di monti lontani.

Son belle sopra ogni cosa le piccole case campe-