marono e si misero a ridere, e guardarono da un'altra parte. Perchè? Perchè non sapevano la storia. Ora neanco lei, m'immagino, non la saprà: ma lei è straniero, e la cosa cambia. Sappia dunque che il grande imperatore Carlomagno è venuto, quand'era giovanissimo, a Toledo. Regnava allora il re Galafro, e abitava in quel palazzo. Il re Galafro aveva una figliuola che si chiamava Galiana, bella come un angelo; e siccome Carlomagno fu ospitato dal Re e vedeva ogni giorno la principessa, se ne innamorò con tutte le forze dell'anima, e la principessa, di lui. Ma c'era un rivale di mezzo, e questo rivale era il re di Guadalajara, un moro gigante, di una forza erculea e d'un coraggio da leone. Questo re, per poter vedere la principessa senza farsi scorgere, aveva fatto aprire una strada sotterranea che andava nientemeno che dalla città di Guadalajara fin sotto le fondamenta del palazzo. Ma che vale? la principessa non lo potea vedere neanche dipinto, e quante volte egli veniva, tante volte lo rimandava colle trombe nel sacco. Ma non per questo il re, innamorato, smise di farle la corte; e tanto le stette attorno, che Carlomagno, il quale non era uomo da lasciarsene imporre, come lei può capire, perdette la pazienza, e per farla finita una volta, lo sfidò. Si batterono; la lotta fu terribile; ma il moro, con tutto che fosse un gigante, ebbe la peggio. Quando fu morto, Carlomagno gli tagliò la testa, e andò a deporla ai piedi della sua innamorata, che gradì la delicatezza dell'offerta, si fece cristiana, diede la mano di sposa al principe, e partì