Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
258 | toledo. |
"Ma perchè passate di qui?" domandai al vetturino.
Il vetturino si mise a ridere, e rispose: "Perchè non c’è altra strada più larga."
"O che tutta Toledo è fatta così?" ridomandai.
"Tutta fatta così!" rispose.
"È impossibile!" esclamai.
"Vedrà!" soggiunse.
In verità non lo credevo. Scesi a un albergo, buttai in una stanza la mia valigia, e scesi le scale a precipizio per andar a vedere questa stranissima città. Un fattorino dell’albergo mi fermò sulla porta, e mi domandò sorridendo: "Dove va caballero?"
"A veder Toledo" risposi.
"Solo?"
"Solo; perchè no?"
"Ma è già stato qui altre volte?"
"Mai."
"Allora non può andar solo."
"E perchè?"
"Perchè si smarrirà."
"Dove?"
"Appena uscito."
"O la ragione?"
"La ragione è questa;" rispose, accennandomi un muro al quale era affissa una pianta di Toledo. M’avvicinai e vidi un garbuglio di linee bianche sur un fondo nero che pareva uno di quei ghirighori che fanno i ragazzi sulla lavagna per consumare il gesso a dispetto del maestro. "Non im-