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barriera, s'avvicina a passi furtivi, si apposta dietro al toro, e colto il momento, gli vibra un colpo di pugnale nella testa, che gli penetra al cervello e lo fredda. Spesso neanche questo colpo non riesce; l'uomo misterioso deve vibrarne due, tre, persino quattro; allora l'indignazione del popolo si scatena come una tempesta, gli danno del boia, del codardo, dell'infame, gli augurano la morte, se lo avesser nelle mani, lo strozzerebbero come un cane. Altre volte il toro, ferito a morte, barcolla un pezzo prima di cadere, e barcollando s'allontana a lento passo dal luogo dove fu colpito per andar a morir in pace in un canto appartato; tutti i toreros lo seguono lentamente, come un corteggio funebre, a una certa distanza; la folla tien dietro cogli occhi a tutti i suoi movimenti, conta i suoi passi, misura il progresso dell'agonía; un silenzio profondo accompagna i suoi ultimi momenti; la sua morte ha qualcosa di maestoso e di solenne. Vi son dei tori indomabili, che non vogliono chinar la testa se non traendo l'ultimo respiro; tori che, versando ruscelli di sangue per la bocca, minacciano ancora; tori che, trafitti da dieci colpi di spada, pugnalati, dissanguati, alzano ancora il collo con un movimento superbo che fa retrocedere lo stuolo dei loro persecutori fino a metà dell'arena; tori che hanno un'agonía più spaventevole della loro prima furia, che straziano i cavalli morti, spezzano la barriera, calpestano rabbiosamente le capas sparse per l'arena, saltano nella corsia, corrono intorno colla testa alta guar-