Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
120 | valladolid. |
pronte degl'insecutori avvolti nelle ampie cappe; e frotte di ragazzi scorazzavano per la piazza empiendo l'aria di grida sonore; e per tutto eran capannelli di caballeros, dai quali si udivano tratto tratto i nomi del Serrano, del Sagasta e di Amedeo, alternati colle parole justicia, libertad, traicion, honra de España, e simili. Entrai in un ampissimo caffè pieno zeppo di studenti, e là saziai, come direbbe uno scrittore scelto, il natural talento di cibo e di bevanda. Ma poichè avevo un gran bisogno di discorrere, adocchiai due studenti che sorbivano il caffè e latte al tavolino accanto, e senza far tanti preamboli, diressi la parola ad uno: cosa naturalissima in Spagna, dove si è sicuri di aver sempre una risposta cortese. I due studenti s'avvicinarono, e lì i soliti discorsi che ognuno s'immagina: Italia, Amedeo, università, Cervantes, andaluse, tori, Dante, viaggi; una scorsa, insomma, alla carta geografica, alla storia letteraria e ai costumi dei due paesi; poi un bicchier di vino di Malaga, e una stretta di mano da amici.
O caballeros di buona memoria, avventori di tutti i caffè, commensali di tutte le tavole rotonde, vicini di scranna in tutti i teatri, compagni di viaggio in tutte le strade ferrate della Spagna; voi che tante volte, mossi da gentile pietà per uno straniero sconosciuto, che scorreva con occhio malinconico l'Indicatore delle Ferrovie o la Correspondencia española, pensando alla famiglia, agli amici, alla patria lontana, gli avete offerto, con amabile sponta-