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valladolid. | 115 |
dente possa uscire dalle labbra d'un giovane innamorato nel più impetuoso prorompere della passione. Sfido il più freddo degli uomini a legger quei versi senza tremare! Ed è forse anche più potente la risposta, della donna: — Don Giovanni! Don Giovanni! Lo imploro dalla tua nobile compassione: o strappami il cuore o amami, perchè t'adoro! — Fateveli dire, quei versi, da un'Andalusa, e ve n'accorgerete; o se non potete far questo, vedete di leggere almeno la ballata col titolo La Pasionaria, lunghetta, ma piena d'un affetto e d'una malinconia che innamora. Io non posso ricordarmene senza che mi si riempian gli occhi di lagrime; vedo sempre quei due amanti, Aurora e Felice, giovanetti, in una campagna deserta, al cadere del sole, che s'allontanano per opposte vie, voltandosi ad ogni tratto, e salutandosi, e non saziandosi mai di guardarsi. Son versi, come li chiaman gli Spagnuoli, asonantes, senza rima, ma composti e ordinati così che la penultima sillaba d'ogni verso dispari o pari, sulla quale cade l'accento, abbia sempre la stessa vocale; che è la maniera di verso più popolare in Spagna, il verso del Romancero, nel quale moltissimi improvvisano con meravigliosa facilità; nè può uno straniero sentirne tutta l'armonia se non ci abbia fatto l'orecchio.
"Si può vedere il Museo di Pittura?" — "Porqué no, caballerito?" La portinaia mi schiuse le porte del Collegio maggiore di Santa Croce, e mi accompagnò nell'interno. I quadri son molti, ma fuor di qual-