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102 | burgos. |
esagerano, che la fama fa le frangie, che val meglio veder poco che molto, pur che quel poco si veda bene, e si ritenga; ed altre profonde ragioni che rispondevano rigorosamente ai dati dei miei calcoli e alle mire della mia ipocrisia.
Così partii da Burgos senz'aver visto proprio altro che monumenti, ciceroni e soldati, poichè le castigliane, impaurite dalla pioggia, non avevano osato avventurare i loro piedini nella strada; e mi rimase perciò un ricordo quasi tristo di quella città, nonostante la pompa dei suoi colori e la magnificenza della sua Cattedrale.
Da Burgos a Valladolid, la campagna è poco diversa che da Saragozza a Miranda; sono ancora quelle pianure vaste e spopolate, cinte di colline rossastre, dalle forme recise e dalle creste nude; quelle lande solitarie, mute, inondate d'una luce ardente, che volgon la fantasia ai deserti dell'Affrica, alla vita romita, al cielo, all'infinito, destando nel cuore un sentimento inesprimibile di stanchezza e di malinconia. In mezzo a quelle pianure, in quella solitudine, in quel silenzio, si comprende la mistica natura del popolo delle Castiglie, la fede ardente dei suoi re, le sacre ispirazioni dei suoi poeti, le estasi divine dei suoi santi, le sue grandi chiese, i suoi grandi chiostri, e la sua grande istoria.