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uno sguardo all'esposizione. 67


vador, ad Haiti, alla Bolivia, tra i mobili di Buenos Ayres e gli abbigliamenti delle signore di Lima, fra i cappelli di foglie di seó, le stoffe d’alpaga e i tappeti di lama, in mezzo alle canne di zucchero, ai bambù, alle liane, alle scaglie di coccodrillo, agl’idoli informi, alle memorie dei primi conquistatori; fin che il quadro selvaggio e grandioso, che vi riempie di pensieri solenni, s’interrompe bruscamente fra i mille colori ridenti e i mille ninnoli puerili d’un bazar musulmano, da cui, fra due pesanti cortine, s’intravvedono le pareti misteriose d’un arem. Eccovi a Tunisi. E oramai, per un pezzo, non uscirete dai paesi «prediletti dal sole». Ecco le graziose decorazioni moresche dell’impero dei Sceriffi, accanto al quale la Persia mostra i suoi tappeti regali e le sue ricche armi damascate. Poi un piccolo gruppo di paesi semifavolosi, e un visibilio di cose indescrivibili, che mi par di aver viste sognando: Annam coi suoi mobili grotteschi e coi suoi ventagli incredibili; Bakok