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uno sguardo all'esposizione. 53


rere lungo le balaustrate, castellani inglesi e borgomastri fiamminghi, girolamiti del Portogallo e sacerdoti dell’Elefante bianco, mandarini e sultane, e ateniesi del tempo di Pericle e gentildonne italiane del quattordicesimo secolo, e fatte le loro riverenze automatiche, rientrare alla battuta dell’ultim’ora. La via è lunghissima. Stando a metà si vede appena in fondo, confusamente, la facciata rossa e bianca dei Paesi Bassi e la ricchissima porta claustrale del Portogallo, accanto alla quale i piccoli Stati africani ed asiatici aggruppano le loro bizzarre architetture variopinte, schiacciate dall’edifizio elegante ed altiero dell’America del Sud. Più in qua signoreggia il palazzo del Belgio, severo e magnifico, colle sue belle colonne di marmo scuro, dai capitelli dorati; e fra il Belgio aristocratico e la Danimarca pensierosa, fa capolino timidamente, come una prigioniera, la piccola Grecia bianca e gentile. Alcune facciate par che abbiano un senso politico. La Svizzera slancia innanzi bru-