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uno sguardo all'esposizione. 45


noforte a doppia tastiera rovesciata fino al corno e al tamburino dei selvaggi, accompagnati dai trilli in falsetto di mille soprani da café chantant, dallo strepito d’una grandine di petardi e dal rimbombo lontano del cannone. Non è una similitudine da Antologia; ma dà un’idea della cosa.

Infatti, arrivando sul ponte di Jena, si sente il bisogno di chiuder gli occhi per qualche momento, come arrivando su quella piazza si sentirebbe il bisogno di tapparsi le orecchie.

Si resta nello stesso tempo meravigliati, stizziti, confusi e esilarati; che so io? — incerti fra l’applauso e la scrollata di spalle, fra l’ammirazione e la delusione; in una di quelle incertezze in cui, per solito, dopo aver lungamente meditato, si prende la risoluzione di accendere il sigaro.

Figuratevi, da una parte, sopra un’altura, quell’enorme spacconata architettonica del palazzo del Trocadero, con una cupola più alta di quella