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emilio zola. 241



III.



Per mezzo del mio caro amico Parodi, ebbi l’onore di conoscere lo Zola, e di passar con lui parecchie ore in casa sua.

È un giovane ben piantato; solidement bâti, po’ somigliante, nella travatura delle membra, a Vittor Hugo; più grasso, non molto alto, ritto come una colonna, pallidissimo; e la sua pallidezza apparisce anche maggiore per effetto della barba e dei cappelli neri, che gli stanno ritti sulla fronte come peli di spazzola. È curioso che quasi tutti coloro che vedono il ritratto dello Zola dicono: — Questo viso non mi riesce nuovo. — Ha il viso rotondo, un naso audace, gli occhi scuri e vivi, che guardano con una espressione scrutatrice, fieramente — , la testa d’un pensatore e il corpo d’un atleta, — e mani ben fatte e

Ricordi di Parigi. 16