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20 ricordi di parigi.


Petit journal, — «seicento mila esemplari al giorno, tre milioni di lettori» — che vi fa l’effetto d’un urlo nell’orecchio. Alzate gli occhi al cielo, allora! Ma non c’è di libero nemmeno il cielo. Al di sopra del più alto tetto del quartiere, si disegna nell’azzurro, in sottili e altissimi caratteri di ferro, il nome d’un artista delle nuvole che vuol farvi la fotografia. Non c’è dunque altro che tener gli occhi inchiodati sul tavolino! No, nemmeno! Il tavolino è diviso in tanti quadretti colorati e stampati, che vi offrono delle tinture e delle pomate. Torcete il volto stizziti.... Ah disgraziati! La spalliera della seggiola vi raccomanda un guantaio. Non resta altro rifugio che guardarsi i piedi, dunque! No, non resta neppure questo rifugio. Sotto i vostri piedi, sull’asfalto, c’è un avviso a stampatello che vuol farvi mangiare alla casalinga in via della Chaussée d’Antin. Camminando un’ora, si legge, senza volerlo, un mezzo volume. È una inesauribile decorazione grafica variopinta ed enorme