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196 ricordi di parigi.


Poi mi parlò delle sue abitudini.

— Egli ha le abitudini più semplici di questo mondo — disse.— Non lo avete mai incontrato sull’imperiale dell’omnibus di via Clichy? Di tanto in tanto va a far un giro per Parigi nell’ omnibus che passa per la sua strada, in specie quando ha bisogno di scrivere. Ritrovarsi così in mezzo al popolo, rivedere tanti luoghi pieni di memorie per lui, contemplare Parigi di volo, dall’alto, all’aria fresca della mattina, lo ispira.

In quel momento colsi a volo una frase di Vittor Hugo che mi rimase impressa. — L’Académie — diceva — qui est pleine de bonté pour moi. — E mi ricordai di quello che avevo inteso dire: che in non so quale occasione, comparendo lui all’Accademia, tutti gli accademici, caso rarissimo, si alzarono in piedi.

E il mio vicino continuò:

— Egli lavora ogni giorno, lavora sempre. Dalla mattina quando si leva fino alle quattro dopo mezzogiorno, è a tavolino. Il suo cervello