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vittor hugo. 173


que gradini per volta, come quella che m’hai fatto provar tu, con quelle quattordici benedette parole, o governante dell’anima mia.

VI.

E dalle nove e mezzo della mattina alle nove e mezzo della sera fui re di Francia. Ah, Vittor Hugo superbo, Vittor Hugo comunardo, Vittor Hugo energumeno, Vittor Hugo matto; che baie! Tutti questi Vittor Hugo della critica o della calunnia, col berretto frigio o colle corna dell’orgoglio satanico, erano spariti dalla mia mente. Per me non c’era più che un solo Hugo, il grande poeta amoroso e sdegnoso, pieno di consigli fortissimi e di sante consolazioni; l’uomo che m’aveva fatto delirare d’amore da giovanetto; che m’aveva fatto pensare e lottare da uomo; il