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104 ricordi di parigi.


compagna fino alla frontiera d’Italia. E di là vo innanzi nelle sale della pittura straniera, dove il cielo si rannuvola e l’aria si raffredda. La Svezia e la Norvegia hanno dipinto i loro crepuscoli melanconici, mattinate grigie di autunno, chiarori strani di luna su mari strani, e pescatori e naufragi in cui si mostra maggiore dell’arte l’amore dolce e profondo della patria, colorato d’un sentimento di tristezza virile: centocinquanta quadri dominati tutti dai «Soldati svedesi che portano il cadavere di re Carlo XII» giù per la china d’una via solitaria, nella neve, sanguinosi, tristi, superbi; bel quadro semplice e solenne dell’Oederstrom, concepito da un’anima di poeta e sentito da un cuor di soldato. Seguono gli Stati Uniti. Il colosso dalle cento teste ha ancora la sua grossa mano di lavoratore un po’ restìa al pennello. Io non ricordo che la risata della bella donna dell’Hamilton, e le faccie buffe dei ridacchioni del Brown. Il più degli altri quadri tradiscono i pittori scappati di casa, che hanno ri-