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uno sguardo all'esposizione. 101


dalle più sublimi altezze alle più arcane profondità della terra. Questa è la parte dell’Esposizione dove si ricevono le impressioni più vive. Quanti occhi rossi ho veduti, quante espressioni di pietà, di dolore, d’orrore, e quanti bei sorrisi di bei volti che mi rimasero nella memoria come un riflesso dei quadri! Il museo enorme s’apre colla esposizione della scultura di Francia, a cui seguono le sale dell’Inghilterra. Qui, a dirla schiettamente, di tutta quella pittura corretta, pallida, diafana, di colori limpidi, piena di pensieri delicati e di belle minuzie, ricordo soltanto quella splendida glorificazione della vecchiezza guerriera, dell’Herkomer, intitolata gl’Invalidi di Chelsea, dinanzi ai quali si chinerebbe la fronte in atto di venerazione; i poveri di Londra, di Luke Fildes, che m’hanno fatto sentire il freddo d’una notte di gennaio e l’angoscia della miseria senza tetto; e il Daniele tra i leoni di Briton Rivière, nel quale la tranquillità sublime dell’uomo in cospetto di quel gruppo di belve fameliche, ma affascinate,