Pagina:De Amicis - Ricordi del 1870-71.djvu/88

74 alla francia.


Firenze, 13 agosto 1870.

La rotta d’un esercito è una delle forme più desolanti in che si possa presentare la sventura agli occhi umani. Un governo cade, uno stato si spezza, una società si dissolve, interessi fortissimi s’urtano, precipitano grandi fortune, migliaia di famiglie sono gettate nella miseria e nel lutto; ma di tutto questo nulla si vede, tuttociò che ne circonda conserva il suo aspetto consueto, il pensiero indovina i dolori dietro le pareti domestiche e le lacrime sparse in segreto; ma l’immagine viva di tutto codesto sconcerto non s’ha; non s’ha uno di quegli spettacoli, che presentando in un punto tutte le forme e tutti gli effetti della sventura, soverchiano l’anima e amareggiano per molti anni la vita.

Un esercito rotto presenta codesto spettacolo. Si sono spezzati cento mila cuori, e voi vi vedete passare dinanzi cento mila visi pallidi che vi dicono l’un dopo l’altro: — Ho il cuore spezzato. — Il dolore di ciascuno s’accresce del dolore di tutti, e tutt’insieme è un dolore che schiaccia. In tutte quelle anime è caduto, col cadere delle sorti, un edifizio splendido di speranze e di sogni di vita gloriosa e lieta, donde ciascuno traeva lena e coraggio. Le gioie del ritorno, cento volte al giorno volte e rivolte e pregioite nel pensiero, son diventate ora un pensiero insopportabile; mille arditi disegni, fantasticati nei giorni della baldanza, falliti; legami d’affetto, forse, che si dovranno spezzare; promesse che non si potranno più mantenere. In ognuno di quei cuori v’è la tristezza presentita delle infinite occasioni, in cui, stando in mezzo alla gente e sen-