Pagina:De Amicis - Ricordi del 1870-71.djvu/81


di solferino e san martino. 67


Questa chiesa era prima del cinquantanove un oratorio dedicato a San Pietro. Mezzo rovinata dai cannoni francesi, venne poi ristaurata, e se ne fece il Grande Ossario. È poco più ampia di quella di San Martino, ma più alta, e con due cappelle laterali, che le danno un’apparenza più grandiosa. La facciata è pur coperta di mosaici; e intorno a questa chiesa, come intorno all’altre, si stanno facendo dei giardini. Sul dinanzi, la china del colle fu appianata, e un larghissimo viale scende fino al villaggio.

In mezzo a due ali di soldati e di popolo, i Principi e il seguito salirono alla chiesa ed entrarono. Celebraronsi anche lì brevi esequie pei morti francesi ed austriaci, e poi parlarono monsignor Martini, vicario capitolare di Mantova, il senatore Torelli, e il luogotenente colonnello dell’esercito francese, cavaliere De la Haye. Questi, in nome dell’imperatore Napoleone presentò al Torelli le insegne di grande ufficiale della Legion d’onore.

Il principe Umberto pose accanto all’altare la seconda bandiera della guardia nazionale di Milano, e poi si fece tutto il giro del presbiterio, che è anch’esso da cima in fondo coperto di teschi: seimila e settecento scheletri furono radunati in quell’Ossario. Nel sotterraneo v’hanno parecchie nicchie il cui sfondo è rivestito d’altri teschi, e sul dinanzi di ciascuna s’innalza una gran croce fatta di ossa di gambe e di braccia, abilissimamente disposte, e congiunte con sottilissimi fili di ferro. La croce della nicchia di mezzo è interamente composta di costole. Tutte codeste ossa sono pulite e lucide e ordinate in perfetta simmetria; e punto ribrezzo od altro senso spiacevole ne deriva a chi guarda, tanto vi è visibile e parlante l’impronta della pietà gentile che le raccolse e le compose.

Si entrò poi in una stanza dove son deposti i varii oggetti ritrovati nel disseppellire i morti: medaglioni, anelli, immagini, lettere. Fra l’altre cose v’è un orolo-