Pagina:De Amicis - Ricordi del 1870-71.djvu/62

48 la battaglia di solferino e san martino.

mento intorno a Casanova e Rebecco. Una brigata di cavalleria della divisione Partouneaux vola in soccorso del generale Vinoy. Arriva da Medole il generale Trochu colla brigata Bataille, la dispone in colonna d’assalto, investe e ricaccia gli Austriaci fino alle prime case di Guidizzolo. Ricevuto là dalle scariche improvvise di schiere profonde e compatte, si ripiega su Baita. Giunge in quel punto col nerbo del 3º corpo il maresciallo Canrobert, fatto sicuro, per l’ora tarda, d’ogni sorpresa da Mantova. A quest’annuncio il generale Niel tenta un ultimo colpo: lancia le truppe della divisione Trochu fra Casanova e la Baita, con una batteria d’artiglieria.

In quel tempo, l’imperatore Francesco Giuseppe, visto squarciata nel centro la sua linea di battaglia, per frenare il corso alla fortuna che precipita, tenta un estremo sforzo a sinistra, contro i corpi del Niel e del Canrobert, mandando tutto intero il suo Iº esercito all’assalto. Le riserve del 3º, del 9º e dell’11º s’avanzano per sostenere le loro malconce divisioni. Un sanguinosissimo combattimento comincia. Il principe Windisch-Graetz si lancia avanti tra i primi, alla testa d’un reggimento della brigata Greschke; si getta con impeto verso Casanova, respinge i bersaglieri francesi che ne contrastano le vicinanze; le colonne lo seguono mirabilmente ardite e ordinate; ma ecco, una palla gli colpisce il cavallo, due altre feriscono lui e lo rovesciano di sella, le file si disordinano, il 1º reggimento dei lancieri francesi, condotto dal generale Labareyre, si avventa alla carica, e sgombra il terreno intorno a Casanova; le fanterie ripigliano animo e si caccian sotto; gli Austriaci voltan le spalle, e la bandiera del loro 35º reggimento cade nelle mani del 76º francese. È questo uno dei più duri incontri della giornata, e a più largo prezzo di sangue pagati: quattro colonnelli, il Lacroix, il Capin, il Maleville, il Jourjon son rimasti cadaveri sul campo.