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LA BATTAGLIA DI SOLFERINO
E SAN MARTINO.1
«Per l’Italia si pugna; vincete! |
V’era da una parte un possente esercito, famoso per guerre lunghe e ostinate, per tenace saldezza di disciplina, per gagliarda virtù di soldati; percosso già quattro volte dall’avversa fortuna, ma pieno ancora di quella orgogliosa baldanza che viene da una consuetudine antica di prepotenza e d’impero; inanimito dalla presenza d’un giovine monarca, fierissimamente risoluto a una riscossa solenne; espertissimo dei luoghi, in luoghi formidabili posto, appoggiato ad altri più formidabili.
Dall’altra parte, l’esercito che porta scritto sulle bandiere: Marengo, Austerlitz, Jena, Friedland; l’esercito dalle memorie meravigliose; i vecchi reggimenti esercitati sulle sabbie africane, ardenti ancora del trionfo di Magenta, belli, impetuosi, audaci, superbi. E accanto a loro un piccolo esercito, condotto da un Re valoroso ed amato, bollente dell’ira accumulata da dieci anni, da dieci anni preparato, con cura infaticabile e geloso affetto, a quel giorno. E dietro a questi due eserciti l’eco ancor viva dell’immenso grido di
- ↑ Stampato in un Album che presentarono i Veneziani al prefetto senatore Torelli.