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18 | una distribuzione di premi. |
e perchè in un col numero degli scolari cresca quello degli studiosi intenti ad arricchire di sana coltura la mente ed il cuore, a temperare fortemente il carattere, ad acquistare la consuetudine dello studio e del lavoro.
»Nel dare oggi questi premi fatti più pregievoli dalla severa parsimonia adoperata nel conferirli, io m’indirizzo con pari effusione a tutti voi, o egregi e benemeriti insegnanti, o cari giovanetti: agli insegnanti con sentiti ringraziamenti, ai premiati perchè non si lascino addormentare dalla lode, agli altri perchè non sieno vinti dallo scoramento e dall’invidia; perchè incitamento alla virtù e allo studio sia a tutti il premio, agli uni per la soddisfazione di averlo conseguito, agli altri per il dolore di non averlo, per la brama di meritarlo nell’avvenire.
»Le sorti avventurose della nostra patria condurranno parecchi di voi nell’alma città cui Firenze fu in ogni tempo figliuola amorosa e devota; e nel darvi con dolore un amorevole addio, mi è di conforto sperare che innanzi alla maestosa grandezza dei monumenti dei nostri maggiori, accesi viepiù d’amore alla patria, alla virtù, alla scienza, andrete progredendo negli studi in queste scuole iniziati, e serberete della città, dei maestri, dei condiscepoli quella ricordanza affettuosa e perenne, della quale per loro io vi prometto cordiale il ricambio.
»E voi che qui rimanete abbiate ben in mente che mai ebbe Firenze maggior bisogno di cittadini savi ed operosi: contemplate l’antica e la nuova grandezza di questa città, che per farsi degna di ospitare l’Italia ed il suo Re, ruppe arditamente le sue mura, si distese fuori della vecchia cerchia di Arnolfo, provvide a necessità morali e materiali lungamente insoddisfatte, ed insieme alla reputazione ed al benessere dei suoi cittadini ne crebbe grandemente i doveri. Questi doveri voi li adempirete fin d’ora, o giovanetti, se vi saprete