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una distribuzione di premi | 17 |
»Oggi invece che i popoli tanto più valgono quanto più sanno, oggi che le sorti della patria sono affidate ad istituzioni feconde soltanto se adoperate con saggezza e virtù, oggi che per provvedere alle necessità dell’avvenire è mestieri svolgere con intelligente operosità gli elementi di ricchezza del paese, oggi le nostre speranze stanno tutte nella generazione che si avanza incalzante sui nostri passi, perlochè universale è il desiderio, universale il proposito che essa sia apparecchiata a fecondare i germi sparsi arditamente da pochi della impreparata generazione cui noi apparteniamo.
»Per questo sono qui convenuti magistrati e cittadini a dimostrare agli insegnanti in qual pregio si abbiano le benefiche loro fatiche, ai discepoli quanto sia rispetto ad essi la pubblica aspettazione; per questo non lamentano i contribuenti le maggiori spese del Comune per migliorare le scuole ed accrescerle; per questo mai ci fa difetto l’aiuto largo, volenteroso, efficace di signore e di cittadini, sia per vigilar le scuole, sia per presiedere agli esami ed ai concorsi, sia per istudiar provvedimenti e riforme; per questo cresce rapidamente il numero degli alunni, i quali nelle scuole elementari sono in quest’anno 2212 più che nel precedente; nè bastano le scuole ad accogliere quanti vorrebbero esservi ammessi, sebbene alle 138 classi che si avevano nello scorso anno ne sieno state aggiunte 25, e da 180 sia salito a 211 il numero degli insegnanti. E se malgrado il numero maggiore degli scolari è minore in quest’anno il numero dei premi, non ne traggano argomento di sconforto nè i maestri nè i discepoli; serva anzi ad essi d’incitamento questo che è segno ed effetto della importanza sempre maggiore attribuita al buono e rigido governo della pubblica istruzione.
»Nell’ordinamento della quale molto ancora rimane da riformare e da fare per isfuggire il pericolo di ricoprir talvolta sol con orpello la nudità dell’ignoranza,