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194 | un esempio. |
occasione saremmo schiacciati e svergognati per sempre! Dio non voglia....”
Qui s’interruppe, stette un po’ silenzioso, guardò l’orologio e soggiunse a bassa voce, con grandissima calma: “Ditemi piuttosto, signora, che questo non è il momento di proferire parole d’ira e di disprezzo; è meglio tacere e pensare.”
La signora si sentì correre un brivido per l’ossa.
I due ragazzi si slanciarono verso la finestra.
“No! Qui subito! Non voglio....” gridò con accento imperioso la madre, balzando in piedi.
Il dottore la trattenne e la fece risedere. I ragazzi si fermarono; tutti tacevano; si sentiva in lontananza un rumore confuso.
Il dottore prese i due ragazzi per mano e li condusse alla finestra, e tutti e tre cominciarono a guardare attentamente verso la campagna. Il dottore parlava a voce bassa e accennava qualcosa di fuori; i ragazzi, col braccio teso, accompagnavano i suoi movimenti.
“Eccoli,” disse sotto voce il più grande.
Si sentiva un brulichìo più distinto.
Il più piccino mormorò, facendosi pallido: “Non si reggono quasi in piedi! “
“Dottore!” esclamò la madre con accento supplichevole senza ardire di moversi dall’angolo della stanza dove si trovava.
Dopo qualche istante di silenzio e d’immobilità, i due ragazzi, con un solo movimento improvviso e rapido, si voltarono indietro inorriditi e appoggiarono il viso sulle spalle del dottore.
Avevan fatto sedere i due soldati sull’orlo di un fosso; nel chinarsi, uno di essi era caduto.
“Dottore!” disse ancora una volta la signora con una voce appena intelligibile.
Il dottore posò le mani sul capo dei due ragazzi, e facendoli voltare a forza il viso verso la campagna,