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186 | un esempio. |
quieto alla finestra, e poi domandò con un sospiro, voce bassa: “Tra un’ora, è vero?”
“Tra un’ora,” rispose il medico.
“E..... son due?” disse anche più piano la signora.
“Due.”
“E per cosa?”
“Vigliaccheria.”
“Oh sentite!” esclamò essa vivamente dopo un istante di riflessione; “potete dir quel che volete, ma è orribile!”
“Oh sentite voi!” rispose anche più vivamente il dottore: “io vi posso assicurare che quello che c’è di più orribile in questa tragedia non è quello che voi vedrete, è quello che ho veduto io!”
Dopo un istante ripigliò:
“Voi, signora, conoscete la mia vita; ho i miei anni e ho avuto le mie disgrazie; ho perso madre, padre, fratelli, da giovane; ho dovuto mandar giù dei bocconi amari anco nel corso della mia vita di medico militare; m’è toccato di quei momenti che, a non credere in qualche cosa dopo la morte, c’è da fare uno sproposito. Poi il dolore d’esser preso prigioniero, di leggere sul viso dei nemici che il nostro esercito era stato battuto, e le altre disgrazie che dopo cascarono addosso al paese; furon tutte trafitture di cuore, come vi potete immaginare, terribili. Eppure, vedete, mi paion tutte cose da nulla in confronto di ciò che ho provato alla vista di quello spettacolo deplorabile, di cui i due sciagurati di stamani non furono che un piccolo episodio: il 3º battaglione del mio reggimento che si sbandava alle prime fucilate, come un branco di briganti! Son passati parecchi mesi, ho avuto d’allora in poi delle emozioni vive, anche durante la mia prigionia; poi il piacere d’esser liberato, di tornare in patria, di rivedere il mio reggimento, i miei amici; eppure l’impressione avuta quel giorno mi è rimasta viva nell’anima come se fosse d’ieri, quello spettacolo l’ho