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l’adolescenza. 183

ne sdà, non pago, e si volge appassionato agli studi; irrequieto, li abbandona, e cerca il riposo dello spirito nelle fatiche smodate del corpo; il suo mondo fantastico gli si mesce nella mente al reale, e lo assalgono nelle tenebre subite paure, da molto tempo perdute; terrori religiosi impensatamente ridesti; poi freddezze feroci che gli armano la mano contro gli animali innocenti, e ardimenti insensati che lo spingono sull’orlo dei tetti e sulla cima degli alberi; poi malinconie profonde che gli fanno cercar le braccia della madre, e piangere sul suo seno lacrime calde e pacificatrici.

L’eccessiva timidezza di molti ragazzi di quell’età proviene appunto da che essi hanno dentro tutto quel tumulto di pensieri e d’affetti, e voglion tenerlo celato, e treman sempre che altri lo scopra, e li stimi più ragazzi di quel che sono; essi medesimi credono che quello sia un resto di fanciullaggine, e se ne vergognano; mentre è invece la prima scintilla della giovinezza che li feconda e li trasforma.