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ai coscritti. 179

continua a far male sempre, o s’apprende a far meglio in seguito a prezzo di rimproveri e di punizioni. Studiate coscienziosamente i vostri doveri; presto sarete chiamati a compierli; la scarsità della forza generale dell’esercito richiede un servizio più attivo e più oculato in ciascun individuo; mettetevi in caso di corrispondere all’assegnamento che si fa su di voi. Badate sopra tutto al servizio di guardia; qualche volta sul capo d’un soldato pesa una grande responsabilità; pensateci; proponetevi di non macchiare mai il numero diciotto; conservatelo bianco come il bianco della vostra bandiera.


E codesta bandiera amatela, veneratela; le recenti sfortune non l’hanno oscurata che d’un velo di lutto pei caduti in battaglia; ma non v’hanno impresso una macchia, no, non ve l’hanno impressa, per quanto abbiamo di più sacro nel cuore, per l’onore del sangue italiano. La nostra bandiera è splendida e incontaminata come nei più bei giorni della nostra rivoluzione immortale. La vittoria non ha stretto patti con nessun esercito al mondo; tutte le bandiere sono bagnate di lacrime; la mala fortuna ha strappata una foglia a tutti gli allori; a ogni popolo è toccato un giorno fatale che gli ripercosse il grido dei trionfi antichi in un grido di dolore; mille eserciti sgominati si risollevarono dalla sventura più formidabili e più fieri.

Sì, amatela e veneratela codesta bandiera; essa pure ha avuto i suoi bei giorni di gloria; essa pure sventolò molte volte, al cader del sole, sulla sommità di un’altura lungamente contesa; molte volte essa pure, ritta fra i rottami d’un bastione smantellato, fu salutata vittoriosa dal morente della trincea; molte volte essa pure ha sentito echeggiare in mezzo ai suoi figli le grida d’una gioia superba. Altre bandiere furon più temute; nessuna al certo fu più lungamente invocata nè benedetta con più caldo e più costante amore.