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170 ai coscritti.

dar l’uomo sulla terra. Onorate dunque il vostro nome onorando la divisa di cui la patria vi veste, e date ogni giorno un pensiero affettuoso alla casa paterna; dateglielo in mercè di tutte le trepidazioni che destano tra quelle pareti i vostri pericoli, di tutti i voti che si fanno là per la vostra salute, di tutto quel che si soffre, di tutto quel che si teme, di tutto quel che s’invoca per voi.


Questi sono i doveri che avete verso voi stessi. Ascoltate ora quelli che avete verso i vostri superiori e verso la disciplina.

Non date fede a coloro che, lamentando le gravezze della vita militare, distinguono malignamente voi dai vostri capi, per insinuarvi che coteste gravezze ricadono solamente sui soldati, e che man mano che si salgono i gradini della gerarchia, s’alleggerisce quel pesante fardello di doveri e di sacrifizi che voi portate tutto intero. Non date fede a costoro.

Persuadendovi che i carichi e i compensi sono ingiustamente ripartiti, essi mirano a scoraggirvi, perchè dallo scoraggiamento nasca il mal volere, e da questo l’indisciplina. Essi vi dicono una menzogna. Ascendendo di grado in grado, i carichi mutano di natura, non scemano; il peso passa dalle spalle sul capo; ma resta, e si rende forse più grave. I vostri capi, quanto più stanno in alto, tanto faticano meno della persona; ma tanto più hanno faticato per l’addietro. Voi siete giovani, essi sono molto innanzi cogli anni. Voi siete legati a codesta vita di sacrifizio per cinque anni; essi fino alla vecchiaia; molti fino alla morte. Voi menate codesta dura vita nel fiore della vostra giovinezza, in cui la salute rigogliosa, il sentimento d’un avvenire lungo e indeterminato, e le illusioni proprie della vostra età vi danno animo e vigore a sopportare lietamente le fatiche e le privazioni; in voi, ad ogni levar di sole, si ritempra di nuova forza il coraggio e di nuova leti-