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dell’istruzione delle donne. | 149 |
Scriva! Scriva! — della padrona, che mi fece l’effetto d’una stoccata nel petto.
— Mai più, — dicevo tra me un’ora dopo buttandomi a letto ancora tutto pieno di amarezza e di stizza; — mai più in mezzo a codesta gente! Semplicità? Primitività? Candore? Ma è una ignoranza che opprime, una volgarità che schiaccia, un cretinismo che soffoca tutto quello che v’è di più nobile e di più alto nell’intelletto umano! Ma i figliuoli di codeste buone donne, se Dio ne guardi, avranno un lampo d’ingegno, se avranno cuore, se sentiranno il bisogno d’espandersi, d’essere riconosciuti, confortati, ispirati, ma cosa troveranno in casa? Far di queste figure dinanzi alle madri degli altri.... vada; ma dinanzi alla propria, ah! dev’essere duro!
E dopo d’allora, ogni volta che in una casa di gente bennata mi fanno sentir declamar versi e leggere composizioni italiane dalle bambine che vanno a scuola, non mi annoio più, come una volta, non mi stizzisco più, non mi par più che sia un’ostentazione sciocca e ridicola, perchè penso che quelle bambine, quando saranno madri di famiglia e terranno conversazione in casa, a nessun giovane che studi e che lavori faranno mai passare una serata d’inferno come quella ch’io passai.....
Così il mio amico. Mi pare, ripeto, che sia un caso pratico abbastanza eloquente. Lascio la conclusione ai lettori e fo punto.... Ah! mi sono scordato di dire, ma credo quasi inutile d’aggiungere, che tutte quelle signore, se non scrivevano bacio con due c, certamente, nell’atto di scrivere, dovevano stare un po’ sopra pensiero; eppure credo che fossero ancora superiori d’un grado alla donna tipo del giornalista in discorso, perchè Polonia sapevano tutte che non era una creatura come loro.