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RICORDI DI ROMA.


L’ENTRATA DELL’ESERCITO IN ROMA.

Lettere.


I.

Roma, 21 settembre 1870.

Le cose che ho da dire sono tante e tali che mi sarà impossibile scriverle con ordine e chiaramente. È già gran cosa aver la voglia di scrivere, mentre per le vie di Roma risuonano ancora le grida del primo entusiasmo e della prima gioia. Tutto quello che ho veduto ieri mi sembra ancora un sogno; sono ancora stanco della commozione; non sono ancora ben certo di essere veramente qui, di aver visto quello che vidi, di aver sentito quello che sentii.

Vi dirò subito che l’accoglienza fatta da Roma all’esercito italiano è stata degna di Roma; degna della capitale d’Italia; degna di una grande città sovranamente patriottica. Tutto ha superato non solo l’aspettazione, ma l’immaginazione. Bisogna aver veduto per credere. Dubiterete della mia sincerità, lo prevedo; nè debbo spender parole per prevenirvi, perchè è troppo naturale; capisco che non posso aspirare ad esser creduto. Eppure sento che non vi darò che una pallida immagine della realtà! Son cose che non si possono scrivere.