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88 alla francia.

essa costerà molto sangue e molte lacrime alla Francia; di molte madri strazierà il cuore e accorcierà la vita; il lutto sarà lungo ed amaro, e la traccia delle sventure e dei dolori incancellabile. Ma, nè questo pensiero scemerà l’animo vostro, nè la immane forza nemica. Voi non difendete nè la dinastia, nè l’impero: difendete la Francia, la vostra bella ed amata Francia, le sue memorie, il suo genio, il suo nome, il suo onore, e in nome di questi affetti voi sapete morire.

Or bene; quando vi slancerete per l’ultima volta, decimati e scomposti, contro il nemico, passando sui cannoni e sui carri atterrati, per una via coperta di cadaveri e di sangue; già abbandonati da molti dei vostri generali, morti o mal vivi, al riflesso dei villaggi incendiati, in mezzo agli ultimi e più miserabili orrori della battaglia; se in quel momento supremo non bastasse più a spingervi innanzi il nome della patria, il canto della Marsigliese, la vostra lacera bandiera, i grandiosi fantasimi delle Piramidi, delle Alpi, della Vistola, di Marengo, della Beresina; se in quel momento, sentendovi mancare la lena, bastasse a farvi fare l’ultimo sforzo un lieve impulso di più, e se questo impulso ve lo sentiste nell’anima pensando che v’è un popolo che in quel punto vi manda un saluto d’affetto e di gratitudine dal più profondo dell’anima, e vi grida: — vincete! — e palpita per voi come se pugnassero al vostro fianco i suoi figli, ebbene, Francesi, la vostra terra è grande e generosa, voi avete sparso molto sangue per noi, voi siete nostri fratelli, voi avrete quel saluto e quel grido.

15 agosto.

Molti dicono: — Che i Francesi abbiano avuto la peggio da principio non mi dispiace; io gliel’avevo augurato; era bene che quello smodato orgoglio fosse