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470 | arzilla |
a sinistra della foce del Kus, il Lixus degli antichi, il quale le forma un porto ampio e sicuro, chiuso però da un banco di sabbia, che impedisce l’entrata ai grandi bastimenti. Nel porto marciscono le carcasse di due piccole cannoniere, ultimo miserando avanzo della flotta che altre volte portò gli eserciti conquistatori in Ispagna e sgomentò il commercio europeo. Sulla riva destra del fiume, rimane qualche rovina di Lixus, città romana. Dietro la collina si stende un ampio bosco d’alberi giganteschi. La città non ha dentro altro di notevole che una piazza di mercato circondata da piccoli portici sorretti da colonnine di pietra; ma vista dal porto, tutta bianca sul verde cupo della collina, stretta in una cerchia di alte mura merlate d’un fosco color calcare, riflessa dalle acque azzurre del fiume, sotto quel cielo limpido, presenta un aspetto grazioso, e malgrado la vivezza dei colori, quasi malinconico, come se facesse pietà il veder quella gentile città così sola e silenziosa su quella costa barbaresca, dinanzi a quel porto deserto, in faccia a quel mare immenso.
L’accampamento fu posto la sera sulla riva destra del Kus e levato per tempo la mattina seguente. Si doveva andare ad Arzilla, distante quattr’ore da Laracce. Il convoglio dei bagagli